Penalista, oratore e uomo politico italiano. Fu uno dei maggiori esponenti del
Positivismo. Nella sua tesi di laurea, pubblicata nel 1878,
La teoria
dell'imputabilità e la negazione del libero arbitrio,
F.
teorizza sul fatto che il delinquente opererebbe per cause indipendenti dalla
sua volontà, da ricercarsi, quindi, nella società. Da ciò
è chiara la grande importanza che assume in lui l'organizzazione sociale.
Nel 1900, pubblicò l'opera
Sociologia criminale, che riassume in
forma organica il suo pensiero, ispirato sempre alla scuola criminale positiva.
Entrato nel Partito Socialista, nel 1904, successe a Bissolati nella direzione
dell'"Avanti!". In coerenza sempre con le sue posizioni positiviste,
F.
cercò di dimostrare che il Socialismo era una derivazione dal Darwinismo
e dall'Evoluzionismo spenceriano (
Socialismo e criminalità; Socialismo
e scienza positiva). Lo stesso fermento positivista lo portò ad
allontanarsi dal partito, quando nel Socialismo prevalse il richiamo ad un
più rigoroso Marxismo. Più tardi aderì al Fascismo (San
Benedetto Po, Mantova 1856 - Roma 1929).