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Ferri, Enrico.

Penalista, oratore e uomo politico italiano. Fu uno dei maggiori esponenti del Positivismo. Nella sua tesi di laurea, pubblicata nel 1878, La teoria dell'imputabilità e la negazione del libero arbitrio, F. teorizza sul fatto che il delinquente opererebbe per cause indipendenti dalla sua volontà, da ricercarsi, quindi, nella società. Da ciò è chiara la grande importanza che assume in lui l'organizzazione sociale. Nel 1900, pubblicò l'opera Sociologia criminale, che riassume in forma organica il suo pensiero, ispirato sempre alla scuola criminale positiva. Entrato nel Partito Socialista, nel 1904, successe a Bissolati nella direzione dell'"Avanti!". In coerenza sempre con le sue posizioni positiviste, F. cercò di dimostrare che il Socialismo era una derivazione dal Darwinismo e dall'Evoluzionismo spenceriano (Socialismo e criminalità; Socialismo e scienza positiva). Lo stesso fermento positivista lo portò ad allontanarsi dal partito, quando nel Socialismo prevalse il richiamo ad un più rigoroso Marxismo. Più tardi aderì al Fascismo (San Benedetto Po, Mantova 1856 - Roma 1929).